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Separazione in casa: le conseguenze legali

La separazione in casa avviene sempre più di frequente, per evitare i costi relativi a procedimenti di tipo legale o per il bene dei figli. Ma cosa comporta esattamente? Due coniugi possono coabitare e non essere conviventi?

Cosa accade quando due coniugi decidono di porre fine al loro matrimonio, continuando a vivere sotto lo stesso tetto? Certamente la situazione non è facile, bisogna fare i conti costantemente con il proprio fallimento di coppia e con varie limitazioni.

Al giorno d’oggi i matrimonio non durano più per tutta la vita come un tempo. La società è profondamente cambiata e con essa anche i rapporti sociali. Non moltissimi anni fa marito e moglie si impegnavano per portare avanti la loro relazione, nonostante i problemi e le difficoltà quotidiane.

Ora, i presupposti sono totalmente diversi e si da più importanza alla realizzazione personale e professionale del singolo, a volte a discapito della famiglia. 

Alcune crisi matrimoniali, tuttavia, sono più serie di altre. Ciò significa che in alcuni casi marito e moglie non sono in grado di risolvere la questione in modo pacifico, mentre in altri cercano di effettuare le scelte migliori per i figli, anche continuando a vivere insieme nella stessa casa.

Cosa significa separazione in casa?

La percentuale di matrimoni che dopo un po’ sono destinati a fallire sono sempre di più.
Molto spesso essi optano per una separazione in casa, per diversi motivi, ad esempio:

  • problemi di natura economica
  • per il bene dei figli
  • per questioni logistiche

In pratica accade che, marito e moglie rimangono dentro la stessa casa, dormendo in stanze diverse, ma cercando di mantenere saldo il nucleo familiare, per evitare di creare traumi o problemi ai figli.

L’ipotesi più frequente è la separazione di fatto, ovvero coniugi che decidono di non agire legalmente per definire la situazione. 

Ciò significa che non si richiede l’intervento del giudice per stabilire a chi deve essere assegnata la casa coniugale, a chi devono essere affidati i figli e come devono essere divisi i beni in comune della coppia.

In pratica i due soggetti si accordano verbalmente per decidere in merito alle questioni più importanti senza formalizzare le decisioni. Quindi, può accadere che venga stabilito in totale autonomia un assegno per il coniuge debole

Ovviamente in caso di problemi o tensioni non sarà possibile effettuare contestazioni in tribunale.

La convivenza, che include in sé anche la coabitazione, può essere considerata una specie di fusione e condivisione, anche e soprattutto di natura affettiva e sentimentale. 

La coabitazione, invece, che si verifica nella separazione in casa, implica semplicemente la condivisione della stessa abitazione. In pratica, gli ex che decedono di vivere in casa da separati cessano di convivere, continuando a coabitare.

Come funziona la separazione in casa?

Ma come separarsi materialmente pur abitando nello stesso posto? Quali sono le formalità da adempiere? A differenza di quanto accadeva in passato, basta versare 16 euro nelle casse del Comune, rivolgendosi all’Ufficiale di Stato Civile del Comune di residenza (di entrambe le parti, di almeno una delle due o in alternativa del luogo in cui è stato celebrato o trascritto il matrimonio), a patto che:

  • non vi siano figli minori;
  • non vi siano figli maggiorenni incapaci o portatori di handicap gravi;
  • non vi siano figli maggiorenni non economicamente autosufficienti.

Così facendo, però, non si potrà dar luogo a nessun patto di trasferimento patrimoniale ,nel caso, ad esempio, dell’abitazione coniugale, del conto corrente cointestato, dell’auto, ecc..

Il Sindaco o un suo delegato, ricevute le dichiarazioni dei partner, e non prima di trenta giorni dalla ricezione, invita gli stessi a comparire di fronte a sé per la conferma definitiva, che, in tal caso, previa la dovuta annotazione nell’atto di matrimonio, produrrà i medesimi effetti dei provvedimenti giudiziali (che decorreranno dalla data della prima sottoscrizione). Se le parti, nel giorno stabilito, non compaiono davanti al Primo Cittadino l’accordo perderà efficacia con la necessità di instaurare nuovamente la procedura.

Conseguenze legali della separazione in casa

Come è facile immaginare, vivere da separati in casa non è per i coniugi una scelta priva di rischi legali.

Innanzitutto, ai fini dell’ottenimento di una sentenza di divorzio, la separazione in casa non la impedisce: ciò in quanto, tra i coniugi che vivono insieme da separati è, comunque, venuta a mancare quella comunione legale e spirituale che contraddistingue l’unione matrimoniale. 

Essi, infatti, vivono come due estranei. Chiaramente, da non sottovalutare sono i problemi che potrebbero aversi nel caso in cui uno dei due coniugi, intenzionato, per vari motivi, a opporsi alla pronuncia divorzile, eccepisse un’effettiva riconciliazione, riferendosi proprio alla condivisione quotidiana dello stesso immobile. Se ciò accadesse, si renderebbe necessario dimostrare che la scelta di coabitare non rappresenta una ripresa della convivenza dettata da motivi di affetto, ma è dettata solo e unicamente da esigenze di opportunità.

Chiaramente, questa condizione del tutto particolare comporta una serie di inconvenienti, non sempre di facile soluzione: non ci si riferisce solo agli aspetti più pratici legati, ad esempio, alle modalità di ripartizione delle comuni spese domestiche, ma anche e soprattutto ad alcuni disagi che potrebbero sorgere a livello burocratico.

I coniugi che vivono sotto lo stesso tetto, pur da separati, restano vincolati a tutti i diritti e obblighi derivanti dal matrimonio (fedeltà, coabitazione, collaborazione e contribuzione ai bisogni della famiglia), e in special modo a quelli di assistenza morale e materiale del coniuge e (inderogabilmente) dei figli.

I coniugi che vivono sotto lo stesso tetto, pur da separati, possono scegliere in qualsiasi momento di rivolgersi al tribunale nel tentativo di salvaguardare l’unità familiare, chiedendo, in caso di disaccordo, senza formalità, l’intervento del giudice nel tentativo di raggiungere una soluzione concordata, anche attraverso un percorso di mediazione familiare.

È sempre possibile poi chiedere la separazione giudiziale sia individualmente (dando luogo ad una causa vera e propria nei confronti dell’altro coniuge), sia consensualmente.

SEPARAZIONI MATRIMONIO SEPARAZIONE IN CASA
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